A proposito di…

JOHN FANTE

 

 

Ancora poco conosciuto in Italia, John Fante è stato riscoperto solo qualche anno dopo la morte, avvenuta nel 1983. Figli di emigranti abruzzesi in California è uno dei più geniali e bistrattati scrittori del novecento americano, caduto nell’oblio tra gli anni quaranta e i settanta, un periodo in cui si dedicò alle sceneggiature hollywoodiane (da questa particolare esperienza trarrà spunto per “Sogni di Bunker Hill”). Ha il pregio, credo, che pur dovendolo leggere in traduzione (salvo scorrere alcune sue opere in lingua originale, piene di parole italiane e miscugli italo americani), presenta uno stile immediato, privo di frasi difficili o di citazioni (a tal senso ho letto libri come “Paura e Disgusto a Las Vegas” che presuppongono una notevole conoscenza dei retroscena storici americani per comprenderne molte battute!). Se volete farvi più d’una risata leggetevi anche solo “Sogni di Bunker Hill”, quando incontra il Duca di Sardegna, lottatore da spiaggia, cui il protagonista cercherà di portare via la ragazza.

Un paio di romanzi fra i tanti che scrisse sonoLa Confraternita del Chianti” (The Brotherhood of the Grape) e “Chiedi alla polvere” (Ask the Dust), tutti titoli che vi segnalo, perché credo siano i meglio rappresentativi.

Nei suoi scritti Fante narra spesso del suo rapporto con la sua famiglia e il padre, figura di muratore meridionale autoritario e carismatico: un universo e una miniera da cui trarrà materia per tutti i suoi libri. In “La Confraternita del Chianti” si trova a dover accorrere per porre un rimedio al litigio apparentemente insanabile, fra i genitori. Si troverà coinvolto nella costruzione di un affumicatoio in piena montagna, pronto a crollare al primo colpo di vento, fra bevute gigantesche di Chianti californiano, partite a carte, e litigi con la suocera. Da tutto ciò emerge una descrizione del particolarissimo rapporto fra lui e il padre, fatto di incomprensioni e avventure, assolutamente divertente e commovente (nel senso più positivo, bando alle melensaggini!).

In “Chiedi alla Polvere” si parla dell’amore non corrisposto per la bella e procace Camilla Lopez, che farà girare la testa al buon John, sullo sfondo di una Los Angeles anni trenta. Un tipico triangolo amoroso: lei ama un barista che la maltratta e che si dà arie di grande scrittore, e Bandini (l’alter ego di Fante che compare pressoché in ogni suo scritto) innamorato di Camilla, alle prese con il suo esordio da romanziere, fra alti e bassi, perennemente in cerca della gloria e dell’immortalità, delle quali solo lui sembra essere certo. Un po’ la storia della sua vita reale: il povero Fante finirà dimenticato, cieco e diabetico a dettare l’ultima sua opera, “Sogni di Bunker Hill” alla moglie Joyce, senza beneficiare di quel successo che ebbe in seguito. Forse un motivo in più per definirlo un grande scrittore, capace di scrivere meravigliose storie piene di humor senza riceverne gratificazioni o riconoscimenti, sicuro della sua bravura e genialità.