MANGIARBERE
– Ristorante Lido Ariston Sales, Stagno Lombardo, CREMONA
Ristorante sul fiume Po, molto vicino a Moloch
Località Brancere,
Stagno Lombardo, CR
Chiuso lunedì sera e martedì
Tel: 0372 57008 rigorosamente da imparare a
memoria. Al Sales è scritto sul muro
Orario: pranzo che può durare fino alla cena,
cena
Ferie: direi qualche giorno in agosto, ma non
c’è modo di saperne di più
Curiosità: una volta entrati, sulla destra,
attenti al gradinoooooo!!!
Sales forse è il luogo in
cui gli idioti hanno più ricordi. In ogni angolo una storia, persino l’asfalto
ha qualcosa da raccontare. Io, per esempio, ogni volta che vado in bagno – da
metà pasto in poi- non posso non guardarmi nel grande specchio vicino alla
finestra che dà verso i campi e fare le
boccacce. Non in compagnia, ovviamente.
Diciamo subito una cosa: non si viene qui per
mangiare, ma per l’atmosfera. Chi si recherà per la prima volta in questo luogo
mi dirà: “ma che atmosfera? E’ una baracca in riva al fiume, niente di che.” Io
dico, venite con noi idioti e vedrete che esperienza…
Che si mangia? Boh…noi
prendiamo sempre la stessa cosa: la torta fritta (- per chi non lo sapesse, non
fa parte della cremonesità -)! C’è anche da dire che
non la fanno molto bene e, infatti, quelle poche volte in cui non è secca ci
guardiamo stupiti. Sales è in provincia di Cremona,
ma risente dell’influsso piacentino. Alcuni cellulari indicano che si è a
Parma. Insomma, è un casino.
Un tempo Cap Cap e Marcoz Dega
odiavano la torta fritta. Manie. Scoprimmo che non l’avevano mai assaggiata, o,
meglio, l’avevano provata poco dopo aver smesso di ingurgitare omogeneizzati.
Come al solito li riempimmo di insulti, li costringemmo a provare questo cibo
dorato, ma pesante più del piombo. Il risultato? Cap Cap disse “Buona!,davvero, ne mangio ancora”. Così entrò
nel clan. Dega invece permane nella sua abituale
indifferenza. Dovete sapere che chi non apprezza la torta fritta viene
discriminato. Ma non preoccupatevi…è impossibile non adorarla.
Che si beve? Caraffe e caraffe e litri e litri
di sfuso. E’ un Gutturnio, accettabile, leggero.
Oppure del bianco. Sempre rigorosamente non in bottiglia. Da giovani, però, sui
sedici anni, si prendeva
Questa recensione è un po’ confusa, ma se penso
al Sales ho mille flash. Quindi procedo per immagini.
Vi butto lì quello che mi viene in mente.
Come raggiungere sta baracca? Ci sono vari
modi, quello ora più diffuso è anche il più banale e che dà minore
soddisfazione: la macchina, l’auto, la jeep, l’hummer.
Per i lunghissimi devastanti pranzi di classe
in molti venivano in bici, seguendo le pieghe dell’argine: 30 minuti circa.
Ottima idea per l’andata, ma il ritorno????!!
Io prediligo le due ruote. Ciao, scooter, moto
da cross (cinquantino), vespa…il vento sulla faccia,
la primavera che ti prende, il sole che brucia, la stelle che ti avvolgono, il
buio che minaccia e fa tanta ma tanta ma tanta paura…un’esperienza mistica. Eh,
si! Qualche volta un po’ rischiosa. Una sera Brindone
sfilò il Ciao al fratello disgraziato e si lanciò. Al ritorno dal Sales, alla prima curva un po’ impegnativa, una di quelle
in cui bisogna rallentare davvero e stare attenti alla ghiaia, tirò dritto! Cazzo! Cadde di mento! Perfettamente di mento! Il suo
prezioso cervello si salvò. Era avvolto nell’affettuoso alcol. Il mento
gocciolava sangue, ma Brindone non se ne accorse.
Voleva abbracciare Albi, che lo aveva immediatamente soccorso. E lo aveva conosciuto
da poche ore. No, grazie! Andiamo al pronto soccorso, però. Mai più Ciao per B.
Pranzo di classe.
Fine della prima liceo. Il Betèl ha fatto
confusione e ha invitato anche i professori, cominciando dal cetaceo, che
nostro non è. Dr.gonzo è nel pieno del suo amore con
la chitarra.
Fine della seconda liceo. Ultimo giugno di libertà. La patente appena ottenuta, oppure
il foglio rosa da poco in tasca. C’è chi prende il Nano, Onesti, ed in Panda
sfida il vento e la trasmissione. Tutti salvi. Sappiamo guidare.
Il Betél vuole darmi una lezione privata di
guida (sicura?). Io devo accettare. Ho paura. Partiamo. La strada è stretta.
Prima, seconda marcia. Voglio inserire la terza ma il gelataio mi urla di far
cantare il motore e di tenere la seconda. Porca puttana! Mi obbliga furioso a
raggiungere i cento in seconda! Torniamo indietro. “ Un po’ a te, un po’ a me”,
dice il saggio trentenne al giovane. Aiuto! In una stradina di campagna il
Betél raggiunge in pochi metri i 120! Poi si ferma sgommando. “Scendi! Tocca le
gomme. Senti? Sono calde.” Io tremo ancora. Torniamo al Sales
e continuiamo a dissetarci.
Brindiamo. In onore del professore assente,
l’unico assente, a parte il ranger del Borgo. In suo onore: Gianemilio,
Gianemilio, Gianemilio nel
buco del cul, vaffancul, vaffancul!!!!
Bisogna tornare a casa. Il Ghiro esce dal Sales,
con il solito sguardo espressivo ci guarda e ride di pancia. Ci giriamo tutti
dall’altra parte. Chi cazzo arriva???!!! E’pazzo!!!!
E’Cap Cap!!!In Ciao!!!
Impenna!!!! Noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!
Cade. Era ovvio. Si rialza immediatamente, come
per dire “non mi sono fatto niente , è un giochetto”. Lo guardiamo preoccupati.
Passa un secondo, due, tre. Ahi…arrivano i primi segni di dolore. Il gomito è
tagliato, così come la gamba destra. Cap Cap è lievemente ferito.
“Brucia.” Il Ghiro continua a guardarsi intorno.
Andare al Sales
significa rischiare la vita, liberarsi della monotonia, respirare aria di
fiume. Per questo finora non ho parlato di menu, torta fritta a parte. Non me
lo ricordo. Di primo ci sono le tagliatelle al bucòn
del pret (con panna, pomodoro e pancetta), oppure con
un sugo alle ortiche (…mi sembra strano, ora mi vengono dei dubbi). Altri
primi? Forse Marcoz Dega
può dirvi qualcosa di più, dato che, come ho detto poco sopra, deve spesso
trovare una valida alternativa a Sua Santissima Torta Fritta.
Secondi:…uhm…qui proprio non so come procedere.
Carne. E sicuramente vi possono offrire del pesce gatto o qualche altro mostro
pescato dal fiume. Il siluro?!
E poi l’ambone…certo…l’ambolina….piccoli
pesci fritti…che Asèn Bonometti
divora a manciate.
La primavera è arrivata, Sales
ci aspetta! Andiamoci e scriviamo qualche altra pagina nel già ricco album dei
ricordi!
Sir Gastroegoista