MANGIARBERE - Bar Ponticello, Castelvetro
Piacentino (PC)
Bar
Entrati nell’abitato di Mezzano Chitantolo,
svoltate a sinistra in direzione Unieuro. Sempre dritto fino
alla riva del fiume. Non potete sbagliare.
Giorno di chiusura: ignoto.
Tel: ignoto.
Orario: dal mattino alla sera
Ferie: boh
Note: non andate a gironzolare lì intorno dopo la chiusura. Con il
buio cominciano frequentazioni losche della zona.
Due vecchie sorelle.
Un videopoker.
Una baracca in riva al fiume – presumibilmente abusiva. Sicuramente
con i cessi non a norma.
A dieci minuti dalla città, varcata il grande
fiume Po, rivive l’eterno mito della frontiera polverosa e sgangherata – quella
delle chiatte di sigarette di contrabbando che approdano nella notte, delle
piste nella prateria, dei saloon e delle gagliarde bariste con la pistola sotto
il bancone. Il bar Ponticello vi aspetta in una radura in riva al fiume, un
punto imprecisato del confine tra le province di Piacenza e Cremona. Da qui,
nelle giornate più limpide, si vedono benissimo il Torrazzo, i campanili, gli
edifici più alti della città. Ti sembra di essere a casa. Ma
in realtà, sei in un altro mondo. Sei in territorio
piacentino, ricordatelo. Guardati le spalle. Piasentèen,
lader ‘sasèen*,
dice il vecchio adagio. E davvero, ci metterebbero un
attimo, a far sparire il tuo cadavere. Per centinaia di metri tutt’intorno, non c’è che natura selvaggia: tratturi
fangosi che si inoltrano tra fitte boscaglie battute
dai cacciatori e boschi cedui sotto il grande ponte. Dr. Gonzo e Brindone, una
volta, hanno cercato di esplorare la zona, con la panda di quest’ultimo. Il
saggio sir Gastro li aveva messi in guardia: probabile che incontriate un
transessuale armato di pistola, come ne girano molti nelle brughiere del fiume,
di questi tempi – “lo so perché andavo a farci volare i miei aerei
radiocomandati”, spiegò. Ma loro, no; come al solito,
fecero di testa propria. Sparirono nel nulla, e sbucarono fuori solo molto
tempo dopo, con la marmitta scassata, e dovettero farla aggiustare di sgamo da un amico meccanico – un sasso, sostennero, ma
nessuno seppe mai cos’era successo realmente.
Il Ponticello è per tradizione il luogo del caffè
dell’Idiota. In tutte le stagioni, ci si siede fuori, su una
sedia di plastica: e il luogo è incantevole, baracchino a parte.
D’estate il fiume porta refrigerio, sotto l’ombra dei grandi
alberi; d’inverno, la nebbia densissima avvolge il paesaggio in
un’atmosfera da confine del mondo. Più raramente, la neve aggiunge un tocco
fiabesco. Se Poncharello si
porta dietro il blocco, si lascerà cogliere dall’ispirazione, e produrrà
appassionatamente per ore. Altrimenti, il Ponticello è il luogo delle diatribe socio-storico-politiche più
accese: dalla legge Castelli all’origine degli ashkenaziti
alla guerra in Iraq. Intanto, i cani inseguono i gatti nello spiazzo, e i
vecchi padroni inseguono i cani berciando in dialetto. Dentro, giocano a carte, bevono, litigano.
MJ passeggia con aria assorta e napoleonica.
Se hai già bevuto il caffè, la selezione di amari è ampia – tutti i titoli più familiari, per lo
meno; e le porzioni sono di un’inconfondibile abbondanza, rigorosamente a buon
mercato. 2,50 per un whisky doppio, pensaci bene: e non un dito, come ti
rifilano nei bar della grande città – praticamente,
una pinta di whisky al prezzo di …boh, una lattina di
te freddo. Puoi occupare i tavolini fuori senza prendere niente, o portarti da
casa una bottiglia di Montenero (chi è che se
ne stupiva sul guestbook??):
nessuno ti dirà niente. Nelle stagioni temperate, il meglio che il Ponticello
può offrire è la birra Bavària: fresca, dissetante,
economica, commercializzata in simpatici bottiglini;
a collo, o in capienti bicchieri di vetro –opaco o sporc?- si accompagna alla
perfezione con la variegata offerta di crostini “Autentica Trattoria” del
locale. Un piacevole aperitivo fluviale, in mezzo alla natura e alle nubi di
polvere sollevate dalle auto che si muovono sullo spiazzo antistante – cercando
magari un ardito capottamento come il Marcoz Dega. Il fiume è proprio
lì a due passi: quand’è in secca, un vero Idiota non può che scendere lungo la
ripa coperta di ortiche, e andare a tirare sassi come
una scimmia.
*Piacentino, ladro e assassino, tipico detto cremonese