Enogastrotour Toscana-Umbria  di Dr.Gonzo, foto di Ericuccia

 

Avevamo progettato da tempo di passare il finesettimana del 2-3-4 Marzo da qualche parte e quando ho scoperto che in quei giorni molti bed & breakfast avrebbero aderito al B&B Day, nulla ci avrebbe potuto fermare. Meta: Toscana. Tra i B&B toscani, c’era pure il Sole del Sodo, che alcuni Idioti si Casella di testo: Il Sole del Sodo B&B
Loc. il Sodo 5
Cortona – AREZZO (30 km sud)
Tel 0575-612692
www.ilsoledelsodo.com
 
ricorderanno perchè vi abbiamo trascorso l’ultima notte nella nostra katabasi verso Napoli la Pasqua scorsa.

Il prezzo della stanza per due notti sarebbe quindi stato di 96 euro (la colazione si pagava), invece di 180. Il Sole del Sodo si trova ai piedi dell’altura su cui è adagiata Cortona, ed è introvabile senza indicazioni precise. Due quippe sono le caratteristiche che più abbiamo apprezzato (e per le quali ho pensato di ritornare anche questa volta): la colazione abbondantissima, a base di torte (in particolare quella di mandorle e quella di mele) e dolcetti preparati a mano dalle tipe che lo gestiscono, e i cani che abitano il cortile. A parte questo, le camere sono molto belle, noi avevamo la Stanza dei Veli, che prende il nome, immagino, dalle due tende che ci sono dentro (molto ampia, avevamo a disposizione anche una stanza con letto singolo, ed il bagno è ampio, nuovo, pulito) e il letto comodissimo. La stanza della colazione è insuperabile e il parcheggio tra gli ulivi (e relativa stradina fangosa) la ciliegina sulla torta.

Partiti da Cremona, dopo tre ore circa stavamo entrando a Siena. Un tempo un po’ nuvoloso, che non rovina la toscanità, come sostiene Dega, ci ha fatto compagnia per due giorni. Non sto qui a parlarvi delle bellezze di Siena. Ricordo comunque nel Duomo il pergamo ottagonale scolpito da Nicola Pisano a metà del200 che è incredibilemente bello (lo dico perchè è strano che un’opera del ‘200 non mi abbia annoiato a morte). In piazza del Campo, sotto la torre, c’era un’interessante mostra fotografica che riassumeva gli eventi più importanti degli ultimi anni, con la solita vena Casella di testo: Ristorante Grotta S. Caterina
“Bagoga”
via della Galluzza 26
Siena
Tel 0577-282208
antiamericancapitalistica. A Siena abbiamo pranzato al Ristorante Grotta Santa Caterina “Bagoga”, che si trova in una via di quelle che dipartono a guisa di raggi dalla piazza. Ericuccia ha aperto la porta e si è trovata davanti una cinese. Il fatto è che quella non era la porta d’entrata, bensì quella della cucina, e la cinese non era una cliente bensì dipendente del ristorante. Nonostante ciò, abbiamo mangiato bene. La sala è ricavata, credo, in una vecchia stalla o cantina, con gli archi in mattoni a vista e arredato con cura. Il cameriere ha una caccola a vista. Abbiamo ordinato pici ai porcini e tagliolini tartufati, entrambi molto buoni, e per secondo pecorini (con diversi gradi di stagionatura) e miele (un piatto che tornerà spesso...). Il tutto accompagnato dal vino “Bagoga, ovvero vino da tavola della casa, senza infamia lode (ma molto superiore a quello cui siamo abituati noi padani). L’Ericuccia ha mangiato anche una panna cotta ai frutti di bosco. Mi pare che abbiamo speso circa 37 euro. Dopo un’altra breve visita alla città, siamo partiti per Cortona, ma sbrigate le procedure burocratiche e preso possesso della camera, siamo ripartiti subito con destinazione Montepulciano. In questo ripido e affascinante paesotto, abbiamo visitato un paio di cantine sotterranee, con tanto di tomba etrusca, strumenti di tortura, botti ovviamente, formaggi a stagionare, ecc. Ho comprato un Rosso di Montepulciano ed un Nobile di Montepulciano (convinto dagli innumerevoli assaggi a cui sono stato quasi costretto) rispettivamente da 8 e 10 euro, nella cantina Ercolano.

Casella di testo: Taverna Pane e Vino
Piazza Signorelli, 27
Cortona, AREZZO
Tel 0575-631010
www.pane-vino.it
Verso sera, siamo tornati a Cortona. Abbiamo fatto due passi per la splendida cittadina medievale e poi abbiamo cenato nella Taverna Pane e Vino, già visitata con Dega e Sir gastro, di cui avevo un ottimo ricordo, che ho conservato tale.  Il locale si trova di fronte al teatro Signorelli, la porta d’ingresso è un ampio arco; superato il bancone si accede alla sala, che, come vedete nella foto, ha il solito soffitto con mattoni a vista e archi. I tavoli sono piccoli e spartani come il coperto. Lo stile slowfoodico si contraddistingue dal fatto che il gestore si bulla con i clienti della ricercatezza dei suoi prodotti, comprati esclusivamente da picccoli produttori di nicchia, ecc. Non si può saltare l’antipasto di bruschette calde. Noi abbiamo preso due bruschette a testa con pecorino fuso e olio tartufato. Di primo, zuppa di farro e ceci e zuppa di porcini e spinaci, entrambe ottime e servite nelle terrine di coccio. Per finire, selezione di pecorini “Beltrami stagionati millanta mesi (addio gengive) con miele. La carta dei vini offre una scelta tra tipo 400 bottiglie. Ma io ho preso una mezza bottiglia, ovvero un fiaschetto. Si tratta di un Ebo ’03 Petra, di uve merlot e sangiovese, generoso nel gusto e, credo, nella gradazione alcolica. Ottimo. Questo banchetto ci è costato 39 euro.

La seconda sera, avevamo in programma di cenare a Perugia, ma io ero stanco e abbiamo preferito tornare a Cortona, ovviamente alla taverna Pane e Vino. Questa volta abbiamo gustato bruschette al pomodoro e bruschette al pecorino e olio tartufato (che se le prendi una volta, non smetti), e una selezione di pecorini “tagliere del pastore”, con formaggi di diversa stagionatura, miele, mostarda e confettura. Ericuccia si è fermata qui. Io invece ho proseguto con fagioli con olio del Castello, ovvero fagioli caldi conditi con olio. E ho concluso con una sfogliatina con crema pasticcera e pere caramellate. Tutto delizioso. Cosiccome il fiaschetto di Nobile di Montepulciano ’03 Romeo. Mi sembra che la spesa totale fosse di 36 euro.

La mattina del sabato, abbiamo fatto il giro del lago Trasimeno, passando da sud, e fermandoci a Castiglione del Lago, che sorge su una penisola sulla cui estremità si trova una cinta muraria turrita. Il paese in non è granchè (anche se fa parte dell’esclusivo circuito dei borghi più belli d’Italia) ma si può visitare il palazzo della Corgna da cui poi si raggiunge la fortezza. Si percorre un lungo corridoio nel lungo muro di cinta, con feritoie che si aprono sul lago. Il percorso in seguito si fa esterno, sulle mura, e si attraversano le torri. Al centro del perimetro c’è un anfiteatro. La vista è stupenda.

Casella di testo: Trattoria Pallotta
Vicolo della volta Pinta, piazza del Comune
Assisi – PERUGIA
Tel 075-812649
www.pallottaassisi.it

Lasciato Castiglione del Lago, abbiamo raggiunto Assisi, ed ormai era ora di pranzo. Dopo una breve visita al Duomo, abbiamo consultato la guida che era in regalo col Corriere proprio l’altro giorno. Ci ha guidati alla Trattoria della Pallotta che si trova nella piazza del tempio di Minerva, bisogna passare sotto una volta affrescata (coperta per lavori) e scendere qualche gradino. Il posto è meno curato degli altri, e il servizio è lentissimo. Non abbiamo mangiato male, e il vino della casa andava giù volentieri. Ericuccia ha mangiato flan di carciofi e mandorle, probabilmente il piatto migliore. Io antipasto vegetariano (c’erano diversi piatti per vegetariani, tutti debitamente segnalati da un asterisco), che comprendeva crocchetta di riso, tortino di melanzane, tortino di spinaci, bruschetta al pomodoro, focaccia con spinaci, torta salata. L’Ericuccia ha continuato con cannelloni al formaggio (rovinati da pezzi di buccia d’arancia) ed io con strangozzipallotta”, una pasta lunga condita con pesto di porcini e olive nere, molto buoni. Prezzo totale. 42 euro, meno due euro di sconto per mancanza di resto.

Lasciato il ristorante, ci siamo avviati verso la chiesa di S. Francesco. Per sbaglio, l’abbiamo raggiunta da dietro e da sopra, così abbiamo visitato prima la basilica superiore, molto velocemente perchè il vino della casa della Pallotta esasperava la mia vescica. Mi ricordavo di un bagno pubblico nella piazza davanti alla chiesa, che c’era ma sul lato, forse mi confondevo con Portovenere, o forse no. Sta di fatto che fa schifo, e ho dovuto pure sborsare 50 centesimi. All’ingresso della basilica inferiore ci hanno chiesto soldi per l’audioguida (che non volevamo), dentro la chiesa ci sono più cassette per le offerte che affreschi (compresi quelli crollati col terremoto di dieci anni fa), usciti da sopra, dopo aver visto il chiostro, alla consegna dell’opuscolo-guida-agli-affreschi ci hanno chiesto un’altra offerta. Che due coglioni. Finita la visita, ci allontaniamo, ma veniamo bloccati da un uomo sorridente. “Dovete sapere che tanti anni fa è nato un uomo che voleva l’uguaglianza per tutti, che pensava agli oppressi, ai poveri, ai più umili e li ha difesi... dice. “Marx?” lo interrompo. “No, un uomo che è risorto per l’umanità, eccettera eccetera, associatevi all’associazione cristiana vattelapesca... Ericuccia interviene “Basta chiederci dei soldi!” “No, non chiedo soldi, piuttosto un obolo gioioso, i soldi io non li ho nominati, ma se volete... “No, grazie, non siamo cristiani.” “Ma dell’associazione non fanno parte solo cristiani! (sic). Se vi dicessi chi ne fa parte...”. “No, grazie, davvero!” “Va bene, ma lo so che ci rincontreremo e sarete sorridenti e radiosi, e vi ricorderete dell’uomo umbro che vi ha parlato oggi. “Arrivederci.” In realtà era anche simpatico. Pensandoci il giorno dopo, Ericuccia si è chiesta se intendeva dirci che ci saremmo incontrati in Paradiso.

Infine, abbiamo visitato S.Chiara, la chiesa rosa.

Lasciata l’altura di Assisi alle nostre spalle, ci siamo avvicinati a Cortona, facendo tappa a Perugia. Dopo due ore di scale mobili, abbiamo raggiunto il centro, che abbiamo rapidamente visitato (scendendo anche per la via della Locanda Do’ Pazzi – vi ricordate? – e dando un’occhiata al negozio dell’Egea, in cui si possono trovare, a parte jazz, musiche da diversi Paesi del mondo).

L’ultimo giorno il sole splendeva, si poteva abbandonare la giacca. Salutata Gaia e i cani, abbiamo lasciato il Sole del Sodo e Cortona, per raggiungere Arezzo, da cui mi aspettavo molto e che non mi ha deluso. Quella domenica, c’era anche il mercato dell’antiquariato, ed in tutte le vie del centro erano esposti mobili, cagate, gioielli, modernariato, cornici, quadri, borse, cappelli (volevo comprarne uno a B. ma non l’ho fatto), cianfrusaglie militari (le mie preferite), ecc. Veramente una città splendida. Abbiamo visitato il Duomo, cercato di visitare la casa del Petrarca che era chiusa, fatto un giro per il parco con la fortezza, Piazza Grande, Corso Italia e così via. Osterie d’Italia consiglia due ristoranti papabili ad Arezzo, ma il primo che abbiamo trovato non ci convinceva, ma l’altro sì, e abbiamo fatto bene a sceglierlo. Si tratta della Torre di Gnicche, un’enoteca molto piccola, una stanza con dieci Casella di testo: La Torre di Gnicche
Piaggia S.Martino 8
Arezzo
Tel 0575-352035
tavoli circondati da bottiglie di vino ed olio, in una viuzza in salita che nasce da Piazza Grande. Bruchette all’olio (si può anche intraprendere una degustazione di oli) e crostone mozzarella e melanzane di antipasto. L’Ericuccia ha ordinato pappa al pomodoro, un piatto tipico, che a me non piace, ed io una zuppa di cipolle gratinata in forno (e quindi densa) eccezionale. Solo io ho proseguito con un misto di formaggi con miele e confetture. Il vino della casa è ottimo: ho dovuto ordinarne due bicchieri (che sono più che abbondanti). Per finire caffè, preparato con la moka. Non ricordo il conto finale, meno di 40 euro, ma ne valeva il doppio.

Per smaltire il vino, abbiamo visitato la chiesa di S.Francesco, il cui abside è affrescato da Piero della Francesca (il migliore) con la Leggenda della Vera Croce. Ahinoi, alle 16 siamo partiti per Cremona.

A Parma abbiamo raccolto il Dega, uscito dal matrimonio di suo cugino.