mangiarbere - OSTERIA
ALLE CARCERI PAVIA
via F.lli Marozzi 7 (la laterale di
Corso Corso Cavour, ovvero la via che collega
Tel: 0382/301443
I tempi di magra sono lontani, e si torna all’attacco.
Un buon posto per mettere a dura prova l’artiglieria e testarne le capacità,
dopo una lunga tregua, è sicuramente l’Osteria delle Carceri a Pavia. Il posto
si trova in centrissimo, in una laterale di corso Cavour, nessuno si ricorda mai se prima o dopo il
tribunale, nemmeno io che ci sono stato ieri sera. Come suggerisce il nome, e
il fatto che si trovi vicino al tribunale, il locale è ricavato dalle ex
carceri di Pavia, o da uno stabile molto vicino. Il posto è curato, semplice,
ma non arredato con l’ormai nauseabondo stile minimalista.
Una cosa importante: prima di prenotare,
entrate come me nel redditizio business del vendo-libri-usati-a-metà-prezzo
o in qualche altra attività remunerativa, perché ne avrete
bisogno.
Posso dirvi che
raramente ho mangiato così bene: sarà il prezzo, sarà l’accuratezza nella
preparazione dei piatti, sarà che avevo fame, ma così bene… Il menù è vario, ma
per scelta etica vi dirò cosa ho mangiato io, ovvero tutto ciò che un
vegetariano avrebbe potuto ordinare:
- antipasto: tortino di pasta fillo con formaggio di capra e fichi in marmellata (8 euro)
- primo: gnocchi di ricotta con gorgonzola
Cremoso Colombo e uva (7 euro, mi pare)
- secondo: tortino di miglio con porri e salsa
di crescenza (10 euro) (quelli di carne 15 euro)
- dolce: tiramisù artigianale in cialda
croccante (4,50 euro)
(Elenco anche altri dolci che
mi vengono in mente: pasta sfoglia con gelato alla vaniglia, fondant di
cioccolato di cui ipdAC va ghiotto, mousse di
qualcosa con sciroppo d’acero. A quanto pare sono la
loro specialità.)
E i vini, i vini! Guidato dagli abili sommelier
ipdAC e John Wayne, ho bagnato le labbra (e riempito lo stomaco) di Chardonnay Cardellino dell’Alto Adige (Elena Walch) che ha accompagnato magistralmente gli
antipasti, di Nebbiolo d’Alba (Pio Cesare)
che ha esaltato il primo, di Ronchedone
del Lago di Garda (Ca’ dei Frati), probabilmente
il migliore della serata e degnissimo compagno dei secondi. I vini costavano
sui 16, 17 euro, credo. Il dolce ha richiesto l’assaggio di passito,
gentilmente offerto dall’oste, di cui ora non ricordo il nome (del passito),
magari J.W. o il pastore colmeranno
questa imperdonabile lacuna.
Ed infine, anche se tutti hanno smesso di
fumare, una marlboro light è certamente la giusta
conclusione.
Buon appetito.
Dr. Gonzo