IO SONO LEGGENDA
2012. L’umanità è quasi scomparsa in seguito ad una cura anticancro OGM, che produce terribili mutazioni. In una New York inselvatichita, popolata da ungulati e leoni con prole, si aggira un unico sopravvissuto, Robert Neville (Will Smith), muscoloso figuro un po’ Obama, un po’ Pasteur e un po’ Chuck Norris. Un pastore tedesco dal conturbante nome di Samantha (con l’H), e dei manichini cinefili costituiscono il suo solo conforto, in un mondo che inesorabilmente perde abitanti per acquisire incubi . Per questo superstite, infatti, la luce è l’unico discrimine fra vita e morte, il labile confine fra preda e cacciatore, in un ossessivo one-man show di due ore scandito da suoni laceranti. Se i momenti alla “Cast away” nel primo tempo si alternano ad altri adrenalinici di pura angoscia con urlanti apparizioni di uomini-zombie in chemioterapia, l’arrivo di una teocon munita di figlioletto ariano porta il film ad una svolta retorico-cristologica con esiti grotteschi, che tradiscono lo spirito del libro di Matheson e palesano la vera natura del film, che in fin dei conti è un’americanata senza trama. Molto bravo Will Smith, ottimi gli effetti speciali, con la natura che si riappropria di Manhattan, professionale il regista Francis Lawrence, abile nel tenere il ritmo, mentre un calcio nella chiostra dei denti va riservato allo sceneggiatore Akiwa Goldsman che cuce un secondo tempo banale sul modello di Lost, trasformando un potenziale cult in puro blockbuster.
Alcune domande in ordine sparso:
L’ABERRANTE